Diciamolo! L’India non è il paese dei colori, dei sorrisi, del curry, delle vacche e dei saree, come Napoli non è il paese della pizza, del Vesuvio, dei mandolini, di Sofia Loren e della camorra…o forse si? Allora possiamo dire che l’India è anche questo, ma soprattutto è il paese dei festival, che siano feste religiose – mmmmhhh, nzomma – o meno, ogni giorno ce n’è una. Se poi pensate che in India c’è posto per tutte le religioni e, di conseguenza, per tutte le feste di tutte le religioni, secondo me i ragazzini a scuola andranno un giorno a settimana!!
Per iniziare, prendiamo la prima che mi capita, nel vero senso della parola: io arrivo a Delhi il 22 luglio e, calendario dei festival alla mano, scopro che si celebra il Guru Purnima, altrimenti conosciuto Vyasa Purnima, ovvero il Guru Day. Come molti sapranno, la parola Guru, deriva dal sanscrito e significa “maestro” o “precettore spirituale” che, nella religione Induista viene considerato al pari dei propri genitori e dell’ospite, e come tale viene rispettato e venerato. Il Guru è il responsabile della nostra crescita spirituale, l’equivalente del Buddah per i buddisti e di padrini e madrine il giorno della comunione o della cresima nel rito cristiano cattolico, con un’antecchia (it.: microscopica parte) di profondità mistico-religiosa in più. Pertanto, gli Induisti, in questo giorno ricordano il saggio Vyāsa, autore del celeberrimo (uh?) Mahābhārata (it.: La grande storia dell’India), il libro sacro dell’Induismo. È proprio in questo giorno che molti decidono di intraprendere il cammino spirituale con il proprio Guru mentre chi ha già iniziato questo percorso, usa offrire dolci e fiori in segno di rispetto.
Ora non vorrei dirlo, ma lo scrivo….ma secondo voi, è solo un caso che il giorno dedicato alla celebrazione dei Guru nell’anno 2013, ovvero il 22 luglio, denominato Vyasa Purnima io arriverò in India, e gentilmente un amico di nome Vyas verrà a prendermi all’aeroporto? Ora, va bene che sono in India ma, da buona napoletana sarò sempre fedele nei secoli alla superstizione ed alla credenza popolare (scale, gatti neri, cornetti, pezzi di ferro, ecc, ecc,) e questa cosa che un amico che porta il nome del padre dell’Induismo, di un saggio, mi dia il benvenuto in India, non riesco proprio a considerarla una coincidenza! Che avessi già trovato il mio Guru??
Della serie: non è vero ma ci credo!
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[…] eccomi arrivata a Delhi, accolta dal mio guru personale e dal monsone. I primi giorni sono trascorsi tranquillamente, cercando di assaporare la città a […]