Qualcuno potrebbe dire che parlo solo di cibo, e vi confesso che alcune persone, nel vedermi mangiare, hanno osato affermare che ho la delicatezza di uno scaricatore di porto (con tutto il rispetto per la categoria) e che si spende meno a comprarmi un abito di Armani piuttosto che invitarmi a cena fuori!!
Fortunatamente, sia la mia amatissima città di nascita che la cucina indiana mi vengono incontro con lo street food (ing.: cibo da strada), un vero e proprio must sia a Napoli che a Delhi.
A Napoli, a parte pizze e pizzette, il vero street food potrete gustarlo presso le friggitorie. Storica è quella di Via Cimarosa, Friggitoria Vomero, per me la regina delle friggitorie, appartenente alla famiglia Acunzo. Nata nel 1938 con Nonna Filomena, oggi è gestita dalla nipote, anche lei Filomena, e dai fratelli Patrizio ed Antonio. Immancabile il classico cuoppo, un cono di carta da riempire con tante prelibatezze fritte quali paste cresciute, ciurilli (it.: fiori di zucca), crocchè di patate, arancini, melanzane e polenta.
Durante il mio primo viaggio in Rajasthan nel 2011, ho potuto largamente apprezzare la cucina indiana: lo street food mi ha salvato la vita, nel senso che io ho sempre fame, a tutte le ore, ed india è diffusissimo il chaat, ovvero lo snack veloce, in strada, presente ad ogni angolo. Inoltre, sono fortemente convinta che si impara moltissimo di un paese straniero attraverso la cultura culinaria. Tra i miei preferiti, c’erano i samosa, fagottini generalmente triangolari di pasta di farina fritta (o al forno), ripieni di verdure miste speziate. Possono essere anche riempiti di carne, e serviti con chutney, ovvero salse vegetali e molto dense di vario genere, a condimento di moltissimi piatti indiani. Accanto ai samosa, onnipresenti sono i panipuri, altrove denominati golgappe, consistenti in leggere palline di puri (pane fritto), farcite di pani (acqua) piccante, patate, ceci, chaat masala, da mangiarsi in un sol boccone per poter meglio assaporare il mix di ingredienti prima che l’acqua li renda troppo molli. Comicissima la scena in cui, nel film Rab Ne Bana Di Jodi (2008), Sua Maestà Shah Rukh Khan e Anushka Sharma fanno a gara a chi ne mangia di più. Ve lo propongo qui. Ovviamente, ci sono decine e decine di ghiottonerie differenti, ed io vi ho citato soltanto quelli che più ho gradito. Quando verrete a trovarmi a Delhi, potrete scoprire di che chaat siete.
Forse non saranno propriamente leggeri, e dopo vi tocca fare il giro di Connaught Place per smaltirli, ma sono sicuramente molto saporiti e costituiscono motivo di aggregazione.
Ciò che mi ha sempre stupito della cucina indiana è che mi ha insegnato a mangiare le verdure. Mentre in Italia mangiavo solo lattuga e pomodori, qui in India ho imparato a mangiare melanzane, peperoni, broccoli, addirittura il cavolfiore, che ho sempre odiato.
Non mi resta che trovare il mio antagonista nel primo World Championship of Indian & Neapolitan Street Food. Sotto a chi tocca!
Se volete assaggiare alcune di queste pietanze, a Napoli, al momento ci sono ben due ristoranti di cucina indiana: il Taj Mahal a Via San Giacomo ed il Ghi Rice A Via Umberto Giordano
Credit: ph. in copertina ed in galleria Salvatore Micillo, Napoli
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Il tuo blog è spettacolare! Adoro l’India e sono di parte, ma ti ho appena scoperta e sei finita subito tra i preferiti (:
Domanda: come ti sei trovata con i postumi da cibo da strada? Una ragazza che conosco che è stata a Delhi (beata lei..) mi ha assolutamente sconsigliato di mangiare per strada vista la scarsa cultura igienica indiana. Io l’ho ringraziata ma le ho detto che quando sarò lì (purtroppo non tanto presto..) sfiderò anche la dissenteria ma proverò ad assaggiare tutto. Cosa devo aspettarmi secondo te?
Scusa.. Non mi sono presentato: mi chiamo Andrea e sono un ragazzo romano 25enne.
Namaste Andrea, piacere di conoscerti e grazie per i complimenti!! Relativamente alla questione “cibo da strada” ti dirò la verità….. sicuramente ci sono dei posti in cui è evidente che il concetto di igiene non sanno neanche cosa sia…. anche senza il microscopio direi ed altri dove non rischi più di tanto. Poi ci sono dei ristoranti da 5 stelle in cui magari prendi l’insalata e poi stai male per tre giorni… Insomma, in India la prima cosa che si impara è che non si può generalizzare….tutto dipende! Mettiamola così…..almeno una “Delly Belly” – la maledizione di Montetzuma locale – mettila in conto ma se usi le normali precauzioni (acqua in bottiglia, verdura cotta, lavarsi bene e spesso le mani, ecc ecc) non dovresti preoccuparti più di tanto…
p.s. a proposito, io adooooro i Gohi pakoḍa ovvero il cavolfiore fritto in pastella!!
Phir Milenge! (trad. Ci vediamo)
नमस्ते Susanna जी। आपकी सुचनाऔं के लिए बहुत बहुत धन्यवाद! मैं आपके साइट पर जा रहूँगा।
फिर मिलेंगे!
[…] o golgappe è sicuramente tra il mio preferito. Se ricordate, ve ne avevo parlato anche QUI in un breve articolo sul cibo da strada in India in […]