Quando mi sono trasferita in India, oltre quattro anni fa, ho iniziato la mia nuova vita da local o desi come si dice qui. Quando ti trasferisci in una città diversa da quella natia inizi a prendere note mentali del supermercato più vicino, la farmacia, il parrucchiere, la lavanderia, il giornalaio, il posteggio taxi ecc.
Io mi sono vista persa per i primi due mesi, non riuscivo a trovare una serie di servizi comuni.
Poi, improvvisamente, hai l’illuminazione…eureka!
Davanti a te si apre un mondo completamente nuovo, era lì a portata di mano, e non l’avevo mai visto. Ne ero completamente assorbita, in pratica ci vivevo dentro e non me n’ero mai resa conto.
Sto parlando dell’universo dei wala, (o walla o wallah) e sono ovunque!
Wala è un suffisso che si usa per indicare “quello che…” fa (o vende) qualcosa.
Ecco quindi dieci mestieri di strada in India più comuni e che vedrete su tutte le strade indiane, da Nord a Sud.
1) IL CHAIWALA
In India, chai significa tè. Una chaiwallah quindi è colui che fa o vende il tè o entrambi!
I chaiwallah in India preparano il loro chai fresco tutto il giorno, tutti i giorni, utilizzando tè nero, radice di zenzero, cardamomo, cannella, chiodi di garofano, pepe nero e molte altre spezie a seconda della regione.
Quando l’ho provato le prime volte, l’ho trovato pressoché spiacevole, e ne ho parlato nel mio blog sulla differenza tra caffè e masala chai. Oggi devo ammettere che lo apprezzo molto di più ma cerco di prendere sempre quello dei chaiwala in strada piuttosto che a casa, perché ha un sapore particolare, ineguagliabile, forse dovuto al fatto che usano molto più latte e zucchero o magari perché usano la stessa pentola da mattina a sera.
Tuttavia, il chai in India, non è una semplice bevanda da gustare, ma una vera religione, con tutti i suoi rituali, è parte integrante del ritmo della vita, dal deserto del Thar in Rajasthan alle spiagge del Kerala, dagli studios di Bollywood a Mumbai ai call center della tecnologica Bangalore. I chaiwallahs, interagiscono con clienti di ogni genere e per questo possono raccontare la storia dell’India in tutta la sua complessità.
2) IL RIKSHAWALA
Il rikshawala è il conducente di un risciò a pedali. Il rikshawala è uno dei miei wala preferiti perché, a dispetto di alcuni aspetti negativi e forse un po’ tristi, rende la mia vita in India molto più semplice. Ogni volta che ti ritrovi a percorrere distanze troppo lunghe per camminare o troppo brevi per prendere un taxi, ecco che il rikshawala è la soluzione adatta, così come è indispensabile quando fa molto caldo o se il monsone ha allagato tutto il quartiere.
Queste persone conducono una vita molto dura, le vedi dormire rannicchiate dormire sul rickshaw o sui marciapiedi. Possono arrivare a guadagnare anche 500 rupie al giorno e se consideriamo che uno stipendio di un operaio di fabbrica si aggira intorno alle 7000 rs al mese, il guadagno è abbastanza alto. In India si dice sempre che bisogna contrattare su tutto: ecco il rikshawala è l’unica categoria con cui non mi sento di contrattare e se posso, 10 rupie in più le lascio volentieri, considerando le condizioni in cui lavorano, non è proprio il caso di fare i pignoli.
3) L’AUTOWALA
L’autowala è colui che guida il tuk tuk, una sorta di Ape car che a Delhi è verde e giallo, a Mumbai lo troverete giallo e nero, in Rajasthan è multicolore. Sebbene il numero massimo di passeggiare sia tre, molto spesso li noterete stracarichi e potrete contare facilmente sino a 12 passeggeri, una sorta di forma primordiale di sharing cab.
Sono dotati di tassametro chiamato meter ma credo che in oltre 4 anni, l’ho visto usare soltanto due volte. Bisogna contrattare il prezzo in anticipo onde evitare di ritrovarsi a pagare 500 rupie una corsa che ne costa 50. Per quanto riguarda Delhi, dove vivo, è utile farsi un’idea delle tariffe sul sito ufficiale della Polizia Stradale prima di iniziare una corsa, almeno potremo contrattare più agevolmente.
4) IL SABZIWALA
Il sabziwala è il fruttivendolo, solitamente appollaiato sul suo carrettino mobile. Rappresenta forse il primo approccio alla lingua Hindi di uso pratico nonché un ottimo training di contrattazione per non farsi fregare sul prezzo, per imparare i numeri e conoscere tutti i gossip di quartiere. Insomma, quando si dice non solo verdure.
Il sabziwala mobile gira per il quartiere con il suo carrettino ma vi sono anche quelli dei mercati stabili o addirittura dei mandi, ovvero i mercati di distribuzione all’ingrosso. I prezzi variano molto tra l’uno e l’altro ovviamente ed io ho la fortuna di abitare accanto ad un mandi, quindi significa che pago un’insalata 50 rs al kilo piuttosto che 200 e credetemi, è veramente un grosso vantaggio.
Qui a differenza dell’Italia, chi vende la verdura non vende frutta e viceversa. Sono funzioni separate, così come chi vende frutta non vende mai le banane per le quali c’è un venditore a parte. Stesso dicasi per l’ananas. Ancora non ho capito la ragione di questa separazione ma poco male.
5) IL PANIWALA
Pani in Hindi significa acqua e il paniwala è il venditore di acqua al bicchiere, alla modica cifra di 2 rupie. Specifica una scritta sul carrettino “RO water”: significa che la sua acqua è depurata con sistema ad osmosi inversa, salvo poi immaginare ciò che il carretto contiene. Lo vedrete circolare nelle zone più centrali di Delhi od in quelle rurali dell’India.
6) L’ISTHRIWALA
Ecco un mestiere molto utile in India soprattutto quando fa caldo o quando manca l’elettricità: lo stiratore a carbone. Sì, in India si stira ancora a carbone. Per 5 rupie vi stirerà una camicia, 10 un pantalone, qualcosa in più per un saree. Se consideriamo i costi dell’elettricità in India, il caldo, gli sbalzi di corrente, il poco tempo a disposizione, ed il basso costo del servizio offerto, è certamente un mestiere che darà sempre profitti, nonostante la nascita di lavanderie e stirerie professionali che, per lo stesso servizio chiedono almeno 250 rupie a capo.
7) IL PAANWALA
Una delle abitudini degli indiani è quella di masticare il paan, ovvero uno snack preparato con foglia di betel, noce di betel, a volte tabacco, dipende dai gusti. Il paanwala è colui che prepara e vende il paan. La masticazione produce saliva che gli Indiani, puntualmente, spuntano ovunque, lasciando vistose macchie rosse su edifici e quant’altro.
Nonostante siano stati appurati gli effetti nocivi di questo snack, il paan viene servito persino ai matrimoni, e dopo le puja a Diwali come sorta di benedizione. Io l’ho provato una volta sola ed il sapore non era male, va inghiottito o espulso, dipende dalla quantità.
8) AKHBARWALA
Quando vorrete leggere le ultime notizie, non perdete la testa a cercare un giornalaio, i giornali in India, spesso e volentieri si vendono in strada. L’akhbarwala è praticamente il giornalaio.
Inoltre, è possibile usufruire del servizio di distribuzione quotidiani porta a porta distribuiti dall’akhbarwala centrale di ogni quartiere. Ogni tre mesi, gli stessi quotidiani vengono poi ritirati, pesati e ricomprati dal distributore per il riciclo della carta. Niente male per un paese del terzo mondo, vero?
9) IL KABADIWALA
Tutte le mattine, una cantilena risuona tra le strade del quartiere… “kabariiii”: è il kabadiwala ovvero colui che raccoglie rifiuti di ogni genere, porta a porta, a casa, in ufficio, ovunque. I rifiuti vengono poi selezionati per genere, ripuliti e riciclati. Da poco ho anche scoperto un sito dove è possibile prenotare un kabadiwala. Ricordo quando a Napoli c’era l’emergenza rifiuti e si parlava del fatto che il camioncino della raccolta non arriva ovunque. Ecco qualcuno nel mio quartiere si inventò il mestiere del Kabadiwala, prendeva 5 € a famiglia al mese…l’hanno bloccato dopo un mese per mancanza di autorizzazioni.
Ovviamente, nonostante la presenza dei kabadiwala, gli indiani sono ancora troppo lontani dal livello di senso civico che ci si augurerebbe e purtroppo non sono infrequenti le scene di cumuli di rifiuti ai lati delle strade o addirittura sugli alberi perché letteralmente lanciati dai balconi.
10) CHAATWALA
Il chaat è uno specifico tipo di street food e comprende diversi snack, per cui chi lo prepara e vende si chiama chaatwala. In genere prevedono tutti una base di pasta fritta a cui si aggiungono ingredienti diversi: dhai bhalla, aloo tikkis, samosa, bhel puri, dahi puri, panipuri, papri chaat e sev puri e chi più ne ha più ne metta. Li trovate letteralmente ovunque, con i loro banchetti mobili, ovviamente non sono igienici perché esposti all’inquinamento e agli insetti. Il mio preferito è l’aloo tikki, a base di patate.
Due sono le categorie speciali che vanno menzionate tra i mestieri di strada e che rappresentano perfettamente l’essenza dell’India: il naai ed il dabbawala di Mumbai.
Il NAAI
Una vera istituzione in tutta l’India, il barbiere di strada. Se riuscite a trovare il vostro barbiere di fiducia, e siete certi delle condizioni igieniche, va provato almeno una volta nella vita. Il costo è ridicolo: 20 rupie per la barba, 40 per il taglio dei capelli e se proprio avete soldi da buttare, con ben 50 rupie vi assicurate anche un massaggio rilassante viso e testa.
Per gli stessi servizi in un salone di bellezza o un parlour dovrete sborsare almeno 700 rupie. Il Naai è noto per essere particolarmente esperto ma è indispensabile che ne troviate uno igienico altrimenti potrete beccarvi qualche infezione.
IL DABBAWALA
Considerato la quintessenza dei wala, il Dabbawala di Mumbai è una figura ormai nota in tutto il mondo tanto è stata oggetto di studio della prestigiosa università statunitense di Harward. Il Dabbawala è una persona il cui unico compito è quello di raccogliere i dabbas ovvero dei contenitori metallici, di cibo cucinato in casa, e consegnarlo al diretto interessato in ufficio all’ora del pranzo.
Il dabba, altresì chiamato tiffin, è di solito formato da 2 o 3 contenitori in cui per lo più sono conservati riso, chapati, dal e verdura. Il dabbawala raccoglie almeno 30 dabba che poi verranno consegnati usando le ferrovie alla destinazione indicata sul dabba, rigorosamente in codice. Una volta consumato il pasto, il Dabbawala raccoglierà la scatola vuota per riportarla a casa alla residenza della persona.
Le ragioni per usare un dabbawala sono molteplici: solitamente, il marito/padre lascia la casa all’alba per andare al lavoro, e così facendo la moglie/figlia ha modo di riposare più a lungo per preparare il pranzo. Lo stesso arriva a destinazione appena cucinato garantendone l’appetibilità, ed il destinatario non è costretto a cibarsi continuamente di street food in condizioni igieniche che lasciano a desiderare o spendere troppo denaro al ristorante. Il sistema è praticamente infallibile!
Il film Lunch Box, con il grande Irfan Khan, mostra proprio come funziona il sistema del dabbawala. Potete vedere il film integrale su Youtube QUI, in lingua Hindi.
Questi sono i mestieri di strada in India più affascinanti secondo me ma ovviamente ce ne sono tanti altri. Non vi resta che venire in India e scovarne altri tra le vie caotiche e vivaci delle affascinanti città indiane.
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intercessante
ciao vorrei fare un viaggetto in india da solo, non ho conoscenze sul posto e devo ammettere che ho un po’ di pura parlo poco l’inglese, hai qualche consiglio per muovermi meglio? conosci qualcuno anche italiano che pratica b&b?
Ciao Claudio. Purtroppo non conosco alcun italiano che abbia un B&B in India, anche se spero di aprirne io uno prima o poi.
Per quanto riguarda il fatto di voler viaggiare solo, basta fare le dovute ricerche su internet riguardo a cosa vedere, distanze da percorrere, autobus, treni e voli, dove dormire in base al proprio budget. L’inglese è utile certamente anche se ci sono zone dove non è parlato molto.
Buona India!